Tattica Navale
Vi proponiamo di seguito alcuni interessanti articoli che si dipanano tra i vari aspetti della Strategia e Tattica navale, è molto interessante scoprire che molti di tali concetti restano validi anche nella simulazione che Admiral ambisce a rappresentare:
Il Taglio del T
Il taglio del "T" è una tattica della guerra navale in cui una linea di navi da guerra incrocia di fronte ad una linea di navi del nemico come una "T", consentendogli di usare soltanto le armi di prora ma ricevendo fuoco da tutte le bordate laterali della flotta nemica. In questo modo si sfrutta al massimo il tiro dei propri cannoni riducendo al minimo le possibilità di difesa dell'avversario. Essa divenne possibile fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX a seguito dell'introduzione delle navi a motore che disponevano di pezzi di artiglieria rotanti su torrette e una capacità di manovra superiore alle navi a vela. Questa tattica perse di importanza quando missili ed aerei permisero spari da lunga distanza.

Quando si dispongono alla battaglia, le navi assumono la formazione di linea di battaglia in cui i vascelli si incolonnano in fila indiana su una o più linee parallele. Questa disposizione fa sì che ogni nave abbia la possibilità di sparare su di un ampio angolo senza correre il rischio di colpire delle navi amiche. Ogni nave si oppone generalmente ad un'altra dello schieramento nemico. Incrociando la linea nemica con la tattica del taglio del T si ha la possibilità di sparare con le armi di prora e di poppa raddoppiando così la potenza del fuoco massimizzando così le possibilità di arrivare a bersaglio. La manovra di attraversamento è anche meno pericolosa per chi la attua ed estremamente più grave per chi la subisce. Questa tattica fu studiata per grosse navi da battaglia pesantemente armate e blindate e venne usata con successo alterno da incrociatori anche pesanti.
Illusione di Vantaggio
Tendenza comune è quella di trasporre le tattiche di combattimento terrestri in ambito navale. Fatalmente alcune di tali tattiche non solo non danno i vantaggi sperati ma fatalmente avvantaggiano l’avversario. Uno degli errori più comuni è illudersi che l’attaccare un avversario con un fuoco incrociato dia un vantaggio come avviene nel combattimento terrestre, nulla di più sbagliato.

Infatti come possiamo notare dalla schematizzazione le navi blu non ottengono alcun vantaggio in termini di cannoni utilizzati spezzando il loro attacco su due fianchi, altresì le navi rosse possono in tal modo sfruttare a pieno tutti i cannoni a loro disposizione ottenendo un vantaggio non indifferente.
Tornando invece ad un approccio classico si potrà notare che non si riuscirà comunque a sfruttare tutti i pezzi presenti sulle navi ma si riuscirà però a fare in modo che non ci riesca neppure il nostro avversario. Come concetto generale ogni comandante dovrà manovrare per fare in modo di poter sparare con il maggior numero di pezzi possibile e parallelamente fare in modo che il proprio avversario sia impossibilitato a farlo. Come per il taglio della T anche questa impostazione non garantisce la vittoria ma ne aumenta in maniera rilevante le probabilità.

La Giusta Distanza
A grandi linee su una nave da guerra si possono distinguere due tipologie di corazzatura, quella verticale e quella orizzontale. L’inclinazione di una corazza dipende per la maggiore dalla sezione che protegge, per esempio la corazza dello scafo sarà verticale mentre quella del ponte orizzontale.

Oltre al valore di corazzatura unito alla sua inclinazione un terzo fattore deve essere considerato, si tratta della distanza da cui apriamo il fuoco. Infatti come possiamo vedere dall’immagine la distanza da cui spariamo influenza lo spessore della corazza che il proiettile si troverà a dover penetrare.
Consideriamo per semplicità la corazzatura del ponte, più vicini saremo al nostro bersaglio più il nostro colpo giungerà a segno angolato rispetto al ponte che come abbiamo detto è orizzontale, quindi come possiamo vedere la corazzatura totale che il nostro colpo dovrà perforare “Frecce verdi” sarà praticamente doppia rispetto a quella effettiva.

Al contrario colpendo da molto lontano il colpo cadrà quasi perpendicolare trovando davanti a se solo lo spessore nominale “Frecce Gialle”.
Detto ciò possiamo affermare che a seconda del calibro di un cannone e della distribuzione di corazzatura nelle varie sezioni a differente inclinazione, esiste una distanza ottimale da cui fare fuoco.
Istintivamente si è portati a pensare che come nella maggior parte delle situazioni terrestri è sempre meglio avvicinarsi il più possibile al nostro bersaglio per via del fatto innegabile che più vicini siamo al bersaglio più potente e penetrante sarà il nostro colpo.
Nella realtà la cosa è un po’ più complicata, consideriamo ad esempio una corazzata, una delle sezioni vitali della nave e che di solito per motivi pratici risulta poco protetta è il ponte.
Supponiamo di attaccare la corazzata con un incrociatore sicuramente veloce ma poco dotato di pezzi di grosso calibro.
Avvicinandoci troppo si rischierebbe, visto il divario tra calibro dei nostri cannoni e corazzatura della corazzata, di non riuscire comunque a perforare le sezioni verticali e di non avere più la capacita di perforare quelle orizzontali per via di ciò che abbiamo appena detto.
Inoltre avvicinandoci troppo la possibilità di colpire sezioni orizzontali crollerà decisamente in favore di quelle verticali ponendo la nostra nave nell’impossibilità di infliggere danni al nemico, il quale però a corta distanza avrà la possibilità di utilizzare a pieno la sua capacità distruttiva di un eventuale artiglieria secondaria o terziaria.
Infatti un cannone da 10 pollici non penetrerà mai una corazzatura di 21 pollici posta sullo scafo da qualunque distanza egli spari.
Al contrario lo stesso cannone penetrerà con facilità una corazzatura da 5 pollici di un ponte colpendolo con un colpo che giunga perpendicolare sparato quindi da lunga distanza, che al contrario non sortirebbe alcun effetto se sparato a cortissima gittata in quanto incontrerebbe per via dell’angolazione una corazzatura praticamente doppia.
Concentrare il Fuoco
La prima domanda che si pone non appena due gruppi navali entrano in contatto è ‘Chi deve sparare a Chi’. In questo caso l’errore più grande che si possa fare è quello di distribuire la potenza di fuoco sulle unità nemiche rendendola cosi poco incisiva e non mettendoci in condizione di ottenere un vantaggio in tempi brevi. Ogni vascello dovrebbe cercare di massimizzare il proprio utilizzo e di concentrare il fuoco su quelle unità alle quali può causare più danno. In una situazione ideale, come insegna Lord Nelson, tutte le unità dovrebbero concentrare il fuoco su una singola unità nemica per renderla impotente nel minor tempo possibile e guadagnare cosi un vantaggio fruibile.

La scelta di tale o tali unità è sempre controversa, infatti vi sono tre parametri che entrano in gioco in tale valutazione e che molte volte entrano in conflitto. Il primo è la facilità con cui possiamo eliminare l’avversario e quindi ottenere il nostro vantaggio. Il secondo è la pericolosità dell’avversario, ciò il danno che ci può procurare se lasciato indisturbato. Il terzo e non meno importante e il tempo, cioè fino a quando dobbiamo concentrarci su una singola unità, infatti non è necessario affondare una nave ma semplicemente renderla inoffensiva o incapace di poter generare danni rilevanti alle nostre forze. Tenendo sempre a mente che l’obbiettivo è guadagnare il prima possibile un vantaggio e di mantenerlo, ogni ammiraglio dovrà fare una valutazione che in molti casi, a seconda dello scenario, potrebbe non essere scontata. Questa è la misura, per valutare la bontà di un comandante.